DONNE DI CASA D'ESTE. INTRIGHI E CURIOSITà NELLE SEGRETE STANZE DELLE DAME ESTENSI.

Da Padova a Ferrara per 10.000 ducati d’oro.

Aveva solo 13 anni e qualche mese Nicolò III quando divenne sposo di sua cugina. Gigliola da Carrara (1379-1416) era infatti figlia del padovano Francesco II da Carrara, detto Francesco Novello e di Taddea d'Este, che aveva lasciato Ferrara nel 1377. Fu proprio Taddea che, orgogliosa che la figlia ritornasse come marchesa nella sua città d'origine, volle esser presente al matrimonio che avvenne tra la giovane, allora quindicenne e Nicolò nel 1397. A gennaio venne siglata la ratifica del matrimonio, in cui si stabilirono tra le due casate gli accordi economici per un ammontare di 10.000 ducati d'oro, ma fu nei primi giorni di giugno del 1397 che furono celebrate le nozze con maestose feste tanto a Padova quanto a Ferrara, raccontate dal cronista Jacopo Delaito: Gigliola percorse la strada da Francolino a Belfiore, accompagnata sia da “giuocatori d’asta che innanzi e indietro a cavallo correndo scaramucciavano” che da “copiose refezioni di vino e vettovaglie”. Erano nozze fondamentali tanto per gli Estensi quanto per i da Carrara impegnati nella lotta antiviscontea e, infatti, in quello stesso anno, oltre a Gigliola, Francesco Novello fece sposare anche il primogenito Francesco III con l'erede mantovana Alda Gonzaga. In quel tempo la casa d'Este godeva già della residenza di Quartesana, dove Nicolò e Gigliola si rifugiarono per alcuni mesi di fronte all’imperversare di un’epidemia di peste che uccise la stessa sorella di Gigliola, la badessa Valpurga e dove i marchesi d'Este furono colti di sorpresa dalla notizia del colpo di stato tentato contro Ferrara proprio dal padre di Gigliola. La sete di potere del padovano Francesco era infatti tanto accesa che non solo non si fece alcuno scrupolo di tentare l'imboscata al genero Nicolò, ma nemmeno si trattenne dall'imprigionare l'altro genero, Ognibene Scola, marito della figlia Agnese. Le ambizioni di Francesco Novello si sedarono solo nel 1405 quando la lotta contro Venezia gli costò prima il carcere nel 1405, insieme ai suoi figli, poi la condanna a morte il 17 gennaio del 1406. La fine violenta del padre e dei fratelli acuì in Gigliola l'amore verso la sua città natale, tanto che fece di Ferrara un luogo di cospirazione per le ribellioni contro la repubblica veneta, fino al 1416, quando morì a causa della peste, senza lasciare alcun erede carrarese nella famiglia d'Este.

Accorsi Sara, Le donne estensi. Donne e cavalieri, amori, armi e seduzioni, Cirelli&Zanirato, Ferrara 2009 (2. ed.)

MONTOBBIO LUIGI, Donne famose della signoria carrarese in Padova e il suo territorio, Anno V (1990), fascicolo 25, p. 31-33

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